La Terra più “green” nella eco-scultura di plastica riciclata.

In mostra alla Fiera Milano a Rho la maxi installazione del poliedrico Rosario Scrivano.

Ha sfondato prima come imprenditore, poi come pittore quindi come gallerista. Dopo un periodo di riflessione ritroviamo l’artista Rosario Scrivano performer impegnato, autore di “Eppure il sole splende ancora”, ambiziosa scultura-installazione. Semplicissimo il soggetto: un bambino che abbraccia la madre Terra, composizione di oltre 14 mila bottiglie di plastica riciclate e assemblate con colla a caldo. Scrivano ha sempre sentito e praticato l’arte come dovere civile, soprattutto etico e morale per arricchire sia se stesso che cultura e società. Quest’ultima sua fatica ha una concezione atipica, alla dimensione scultorea e monumentale aggiunge respiro ecologico e anelito alla sostenibilità. Significativa la location per garantire visibilità: l’atrio del Centro Servizi di Fiera Milano a Rho dove transitano oltre 4 milioni di visitatori all’anno.

Notevole l’intuizione di Scrivano che ha qui sintetizzato molte tendenze della creatività non solo contemporanea. Ricordiamo infatti che il “Manifesto tecnico della scultura futurista” (1912) redatto da Umberto Boccioni auspicava di rinnovare la disciplina con “la scultura d’ambiente perché con essa la plastica si svilupperà prolungandosi nello spazio per modellarlo”. Sembra che Scrivano abbia intercettato l’Eco Art per la responsabilità ecologica e che la sua opera sia un esempio di “Site-specific performance” per il contesto prescelto; poi sia un modello umanissimo di “Econvention” cioè a mezzo di “ecology” e “invention”, sia pure un’eloquente “Social sculpture” e soprattutto sia un aggiornamento della gloriosa Arte povera. L’iconografia poi doveva essere un simbolo forte, lanciare un messaggio a tutta la società ed ecco allora l’abbinamento bambino-Madre Terra cioè purezza in potenza e purezza realizzata. Sottolineiamo che il bambino è bendato, per non vedere certe brutture del mondo.

Iniziata nel Giugno 2019, è stata ultimata in Aprile 2023; la base misura 4,30 m. x 5,70 m., altezza di 6,80 m., peso complessivo 530 kg. e, per problemi pratici, è suddivisibile in 12 elementi e rimarrà esposta fino al 29 Settembre.

Scrivano ci ha dunque indicato un nuovo modo di fare arte, di sensibilizzare la società all’espressività artistica, di coinvolgere il grande pubblico per un’arte engagè, ecologicamente inclusiva e tecnologicamente sostenibile.

Fabio Bianchi

Rosario Scrivano, già pittore e gallerista di grido, per decenni titolare dello spazio espositivo La Spadarina, presenta “Smokescreen” . Anelito alla Pace nel mondo, opera-summa, installazione di grande impatto, concentrato di potenza simbolica e figurativa. Costituisce un monito etico e morale perché l’autore ha ripreso l’imponenza della Statua della Libertà e l’ha trasformata in un’icona contro la guerra.

 Fabio Bianchi (2024)

 

 “Smokescreen. Anelito alla pace nel mondo” è una scommessa: oltre la scultura tradizionale, oltre la figurazione classica, nell’apparente frammentarietà vicina all’installazione. “Smokescreen” è infatti formata da 4240 pacchetti di sigarette fissati su struttura in polistirolo di dimensioni 433 x 100 x 120 cm. Ha l’imponenza e il leggiadro fascino della newyorchese “Statua della Libertà”, anche una densità visiva notevole nonché un design caratteristico per effetto delle striature cromatiche dei pacchetti. Soprattutto ha il respiro mitico e biblico di capolavori della statuaria classica e neoclassica ma possiede pure una romantica fragilità per effetto dei pacchetti sovrapposti. Attraversa – anzi supera – tutta la storia del plasticismo occidentale anche perché il fine ultimo è un altro: l’autore infatti l’ha concepita come “anelito alla pace nel mondo”. Dunque, grande prova tecnica di Scrivano per un fine nobilissimo.

 Fabio Bianchi (2024)

 

Forse a Piacenza non c’era mai stato un simile artista: in mezzo secolo Rosario Scrivano ha infatti dimostrato quanto sia necessaria la pittura oggi, né tecnica, né disciplina, ma urgenza interiore. Come evidente ne “I moti dell’animo”, personale allestita fino al 31 maggio alla galleria “La Spadarina” (strada Agazzana 14, rotonda Besurica, Piacenza) per celebrare i suoi 50 anni di pittura.

Scrivano dipinge concetti, una pittura dalle forti implicazioni che invita a riflettere, anche per l’icasticità delle opere, soprattutto quelle figurativo-iperrealista dei decenni scorsi. Da vedere in quest’originale percorso: “Amore amaro” (1994); “Cara immortalità” (1998); “Composizione con strappo” (1998); “Fiori di bronzo e petali di donna” (2004); “Oltre la tela” (2005); “Restiamo uomini” (2012).

Radicalmente diversa l’ultima produzione sempre su fondo nero (tutta olio su tavola, formato medi), quasi le opere fossero un limite ai nostri sogni, una barriera all’apparenza insormontabile alla conoscenza se non fosse per magia della pittura e intuito del demiurgo. Scrivano con opere dai titoli originalmente allusivi e incisivamente allegorici sembra indicarci un metodo per riscoprire appunto i “moti dell’animo”. Da vedere “Il piccolo tempo delle anime errate” per la relatività dell’esperienza umana, “L’insostenibile allegoria della vita” per il risvolto teatrale, “L’inizio” e “E luce fu …” per il richiamo biblico, “L’equilibrio sopra la follia” rispecchia questa caotica società, l’enigmatico “La leggenda sulle coltivazioni di popoli”, infine “The black rainbow” cioè la mente offuscata dal denaro. Significato ultimo della mostra? Ce lo spiega il pittore: «i “moti dell’animo” sono le mie emozioni e le mie sensazioni che vibrano nell’aria quasi a collegarsi, ad avere percezioni astrali vicino all’Uno, all’universo; c’è sempre però il contrasto fra il bene e il male, fra amore e potere». E ancora: «l’arte è stata la mia compagna di vita, sempre fedele e pronta confortarmi nei momenti bui, una melodia infinita, la cornice di emozioni e sensazioni, la grande maestra della mia introspezione».

Stilisticamente Scrivano sente in lontananza il Realismo magico, l’Iperrealismo è solo una veste, ricorre a un forte simbolismo, dipinge oggetti e persone nella pienezza di forme e colori.

Fabio Bianchi (2025)