Storia di un pittore autodidatta istintivamente portato all’arte
Rosario Scrivano, siciliano d’origine, classe ’59, pittore autodidatta con una profonda (e ben coltivata fin dall’infanzia) passione per il disegno, ma soprattutto istintivamente portato all’arte.
Una predilezione: il surrealismo metafisico di Salvador Dalì, che spesso abbiamo incontrato nei suoi quadri. “ Tutto nella mia vita sembrava indirizzato altrove: ho cominciato come carrozziere e, dopo il militare, ho imparato il mestiere di muratore, ho avviato una piccola impresa edile che via via ha preso piede impostata soprattutto sul recupero. Nel 1984 mi sono indirizzato definitivamente nel restauro di immobili. L’ultima opera che mi ha visto impegnato e di cui vado fiero riguarda l’azienda vitivinicola “Torre Fornello”.
Ed anche qui alla “Spadarina” ha lavorato di recupero, in prima persona, per mesi anni nel settecentesco casale affacciato sulla strada Agazzana (al numero 14), che Domenica mattina inaugurerà come nuovo spazio per “esposizioni d’arte”. Della vecchia casa padronale che ha recuperato dopo 15 anni di intenso lavoro, Scrivano ha voluto mantenere anche il nome originario: “Spadarina”, che leggi a caratteri cubitali sulla facciata con mattoni a vista.
“L’acquistai nell’87, era in condizioni pessime. L’ho praticamente rifatta, pur mantenendo gli stessi mattoni e la stessa struttura e architettura. La parte al piano terra, entrando dopo la volta d’ingresso, sulla destra – e intanto ci accompagna nella visita guidata alla sua “creatura” – dove un tempo c’era l’abitazione del contadino è lo spazio espositivo: due stanze e quest’altro angolo dove ricevere le persone. Qui vorrei dare voce, fare da vetrina a tutti gli artisti che hanno bisogno di farsi conoscere, e quindi non soltanto ai già arrivati”.
Ma veniamo alla pittura
“Il surrealismo metafisico mi attira molto, seppur abbia anche un istinto per l’iperrealismo e lavoro molto sul figurativo, mi sento molto libero”.
Sfogliamo il suo album di carriera e riconoscimenti artistici, foto, medaglie e trofei.
Oli su tela, caricature e ritratti a matita o carboncino, persino un modello navale eseguito a mano nei minimi dettagli, una scultura similfuturista fatta di monetine assemblate: “Quello è il Dio Denaro”, nature morte, scorci di quotidianità, volti contadini, corpi nudi, paesaggi, strappi disegnati nelle tele troppo fedeli al vero fotografico e l’iperrealismo cresce come quella rosa spropositata nel primo piano di un suo olio su tela, “Fiori tra le pietre”.
Ora non ci resta che scoprire, che cosa ci riserverà, nella sua nuova impresa questo giovane guidato da un eccezionale, dirompente ed eclettico, amore per l’arte.
( Tiziana Pisati – 2002 )