Bozzetto

L’idea nasce nel 2018, stimolato dalla visione delle varie e sensibili campagne contro l’inquinamento da plastica e surriscaldamento globale mi sono chiesto: “perché non utilizzare il materiale che sta modificando l’ecosistema per realizzare un’opera con un profondo significato che possa trasmettere un messaggio per contribuire ad un impegno sociale a fronte di uno dei più gravi problemi dell’umanità?”

Così nel tempo ho recuperato circa 14.000 bottiglie di plastica. Ho pensato a lungo come poterle assemblare considerando tutte le reazioni della plastica e dopo alcuni tentativi e vari test, ho iniziato l’opera in Giugno 2019.

La saldatura delle bottiglie è stata effettuata con colla a caldo, l’opera è composta da 11 elementi e rappresenta un neonato bendato che sostiene il nostro pianeta, le misure dell’opera finita sono circa di cm. 500 x 380 x h. 560 per un peso complessivo di circa 500 kg.

Ho dato due titoli alla mia opera: “Eppure il sole splende ancora” e “L’isola che c’era”, il primo per la civiltà umana ed il secondo per la civiltà disumana, si…perché mentre i disumani avvelenano il pianeta e inevitabilmente stanno uccidendo tutti gli esseri viventi, il sole splenderà ancora e potrebbe regalare la vita ad altre 250 milioni di nuove generazioni.

Cosa vuol dire disumano ? Un pilota d’aerei vuole togliersi la vita e in un volo di linea si schianta volutamente contro una montagna, con 150 passeggeri a bordo. Questo è disumano! Rilasciare tonnellate di gas “serra” nell’atmosfera. Questo è disumano! Generare guerre per fabbricare e trafficare armi. Questo è disumano! Testare armi nucleari nell’oceano e giorni dopo ritrovare centinaia di cetacei spiaggiati… Questo è addirittura diabolico!

La civiltà dei disumani non ha nessun diritto di decidere il destino degli umani, perché gli esseri umani vogliono continuare a vivere per vedere il sole che splende ancora!

Il secondo titolo “L’isola che c’era”… si perché la terra nell’universo è un’isola, ce ne sono a miliardi. Ricordo da bambino camminando sopra quest’isola i profumi ed i colori delle 4 stagioni, felice guardavo in alto per vedere il cielo saturo di azzurro e di notte il brillare delle stelle che sfumava nell’infinito. Oggi, il bambino che mi porto dentro, ha gli occhi bendati per non vedere le conseguenze che la civiltà dei disumani ha seminato negli ultimi decenni, con l’egoismo, il potere e la presunzione, ma soprattutto con l’incoscienza di aver dimenticato “L’isola che c’era”.

Presentazione

Elementi 1

Elementi 2

Elementi 3

Intervista TeleLibertà